11 ottobre 2007

LETTERA DEL PRESIDENTE




Cari amici,

sono contento di potervi salutare attraverso questo nuovo strumento che intendiamo, da oggi, farvi arrivare almeno due volte al mese e attraverso il quale vorremmo con voi dialogare e comunicare.

Il Consorzio prosegue nell’attività che già vi era stata anticipate di dar corpo ad un’operatività “chiavi in mano” nella realizzazione dei nuovi centri Inacqua, per meglio poter cogliere le opportunità di mercato;
La nostra strategia è riconducibile all’originalità e straordinaria attualità del Progetto Inacqua:
- generare, attraverso una nuova professionalità riconosciuta (l’Idrochinesiologia), quel valore immateriale che risulti essere un valore aggiunto altamente competitivo nell’acquisizione di nicchie di mercato non consuete per l’impresa sociale (il segmento educativo e soprattutto quello sanitario);
- rendere evidente nei fatti una nuova concezione di impresa sociale ad alta specializzazione, capace di darsi una dinamica imprenditoriale anche aggressiva, portatrice di non sola manovalanza evoluta (l’appalto pubblico di servizi), ma anche di progettualità innovativa ed integrata che si esprima nella vocazione all’investimento, nell’occupazione riqualificata , nella disponibilità finanziaria.

In tutto ciò, l’anno in corso (il 2007), risulterà definitivo e dirimente, un anno che ha dovuto saper dimostrare la praticabilità dell’intuizione, l’evidente inversione di tendenza resa concreta dall’adesione al nuovo modello nella realizzazione dei nuovi centri.
E infine, se ancora occorresse spendere qualche istante sul processo di implicita validazione di questa nuova strategia, bisognerebbe anche soffermarsi sul livello di legittimazione che il S.S.N. ci sta dimostrando, chiamandoci sempre più spesso a co-progettare servizi innovativi, facenti perno sull’idrochinesiologia addirittura in strutture ospedaliere (Ospedale di Magenta, di Casalmonferrato, di Villanova sull’Arda).

Tre differenti convenzioni in tre diversissime ASL, facenti capo a tre normative sanitarie regionali molto lontane fra loro (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna) ci dicono che l’aver intuito un bacino sanitario specialistico per le prestazioni idrochinesiologiche, sta rivelandosi occasione di sviluppo, facilitatore di accesso a mercati ad alta redditività e, soprattutto, strategia anticipatrice dei fenomeni di ridisegno del Welfare di questo Paese.

Tutte le riflessioni sul tema evidenziamo alcuni aspetti:
· è in corso un ripensamento complessivo del Welfare, per condizioni imposte e necessitate dalla crisi dei meccanismi tradizionali di crescita/sviluppo;
· l’innovazione e lo sviluppo del Welfare è oggi considerato condizione favorevole e fattore decisivo per lo sviluppo del Paese;
· viene potenzialmente attribuito al privato-sociale un ruolo di pari dignità garantito da passaggi legislativi innovativi e fondamentali: la riforma del titolo V della Costituzione che razionalizza e rinvigorisce il concetto di sussidiarietà orizzontale e verticale ( …favorire l’iniziativa dei cittadini singoli o associati per lo svolgimento di attività di “interesse generale”…) dove emergono per la prima volta alcuni indicatori:

- attribuire ad un “soggetto di parte” (la cooperazione sociale, ad esempio) la possibilità di farsi promotore di una progettualità di valenza generale e universalistica;

- cogliere che l’interesse generale non viene più individuato solamente in quello determinato ed agito dallo Stato che infatti non è chiamato ad “autorizzare” bensì a “favorire…”;

- valorizzarsi nella misurabilità dell’efficacia…dalla Politica del Dire…alla Politica del Fare…

· la riforma del Sistema Socio-assistenziale (L.328/2000) che, pur non ancora pienamente attuata, introduce alcuni basilari elementi:
- l’idea di un sistema territoriale dei servizi socio – assistenziali ed educativi alle persone,
- il concetto di codificazione dell’efficienza attesa (i Livelli essenziali di assistenza), per passare da una mera risposta al bisogno (natura assistenziale del servizio) rigidamente condizionata dalle caratteristiche dell’offerta, ad una progettualità integrata e co-responsabile (natura programmatoria del servizio) di emersione del bisogno inespresso, di sintesi dinamica e flessibile delle politiche di sistema del territorio.

Tutto questo implica, ed il dibattito che si sta sviluppando ad ogni livello lo evidenzia, la messa in discussione di un modello di Welfare sostanzialmente calibrato su una strutturale funzione riparatoria o di mera tutela assistenziale, per cominciare a delineare una funzione nuova di Welfare di sostegno al cambiamento interpretato non più come costo sociale bensì come occasione di sviluppo sociale, ambientale, economico, di una comunità (il Welfare Community).
Questo processo nuovo, implica attori nuovi o rinnovati.
Una cooperazione sociale quindi non più solo alla ricerca della gestione subordinata di pubblici servizi, ma capace anche attraverso investimenti propri, di proporsi come partner di qualità presso la Pubblica Amministrazione, per orientarne il cambiamento, per interpretarne la missione, per favorirne la riorganizzazione a “Sistema Territoriale”, una cooperazione sociale protagonista.
Il sistema sta ponendo a sintesi la concettualizzazione dei livelli di accreditamento di quei servizi, ovvero incrementando un modello che deve portare il cittadino a scegliere per qualità in un’offerta dagli standard garantiti con pari dignità tra pubblico e privato.
Il nostro prodotto caratterizzante (l’idrochinesiologia) può essere il plus che orienta tale scelta e il nostro processo (la modellizzazione della rete, il rafforzamento del marchio) può essere quel veicolo di marketing sociale che ne favorisce e ne rafforza il valore aggiunto.
In quei territori dove ci siamo radicati, nella piena consapevolezza di questa connotazione strategica, i risultati sono in crescita lì a dimostrarlo.


Occorre rilevare che l’attuale composizione dei soggetti in rete (Centri Affiliati o Associati) dimostra in modo evidente che negli ultimi tempi si è avuta più facilmente la moltiplicazione delle iniziative di quei soggetti che già avevano acquisito il know-how di Inacqua (nuova intrapresa), che non la nascita e l’adesione di nuovi soggetti precedentemente estranei al sistema (nuova impresa). Questo è stato determinato dai nuovi orientamenti che il Consorzio ha sviluppato legatamente ad alcuni fattori:
- dimensionamento dell’investimento “medio”;
- selettività nell’individuazione del soggetto gestore per affidabilità, competenza tecnica ed imprenditorialità;
- valorizzazione del dinamismo di quei soci che hanno contribuito concretamente alla patrimonializzazione del Consorzio per l’avvio della nuova fase operativa (dall’attività di fertilizzazione del territorio al processo definito del “chiavi in mano”);
Questa è pertanto una fase di scelta consapevole propedeutica alla strategia (razionalizzazione dei nuovi strumenti di diffusione) e non un metodo definitivo ed esaustivo.
Peraltro questa modalità sta brillantemente garantendo il consolidamento di quelle imprese nell’implementazione dell’attività caratteristica e nella diffusione dei Centri:

Il Consorzio Inacqua è ormai decisamente avviato verso quella seconda fase della sua vita imprenditoriale più volte richiamata ed a lungo attesa.
In questo passaggio delicato, ma ricco di stimoli, la società sta determinando l’ingegnerizzazione del modello con una strategia che consenta l’attivazione di importanti risorse finanziarie.
Al tempo stesso il mercato, in particolare quello sanitario specialistico, si mostra attivamente interessato alla possibile integrazione tra un privato-sociale qualificato ed il sistema Sanitario Pubblico.
Ciò è reso evidente dalla spendibilità che il Progetto Inacqua sta dimostrando nel comparto.
Ma altri ulteriori livelli di interazione sono già intuibili e si profilano all’orizzonte.
E’ probabile che l’emersione di un bacino potenziale di questa dimensione comporti nuovi approfondimenti ed una nuova stagione di rielaborazione tesa a conseguire tutte le strategie necessarie per affrontare tutte le opportunità.
Certamente oggi e così nel breve termine (due, tre anni) occorrerà un consolidamento ed un recupero delle fatiche fin qui prodotte.
Resta comunque in evidenza l’intuizione anticipatoria del Progetto, un’ideazione che ci consente di configurarci comunque come un modello altamente innovativo di sviluppo della cooperazione sociale, un’idea di impresa cui oggi il mercato mostra di tendere, sia nei portatori della domanda, sia in quelli dell’offerta.
Un progetto che è tuttora ricco di potenzialità da cogliere.


Marco Carini